Zukerman Chamber Players Auditorium di Castel S. Elmo

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Gli Zukerman Chamber Players protagonisti di una straordinaria serata cameristica

Il recente concerto della stagione dell’ Associazione Alessandro Scarlatti, organizzato in collaborazione con la Fondazione Banco di Napoli e la Compagnia di San Paolo, ha visto salire sul palcoscenico dell’Auditorium di Castel S. Elmo gli Zukerman Chamber Players, quintetto creato nel 2002 dal grande violinista Pinchas Zukerman, con l’intento di fare musica insieme ad alcuni dei suoi migliori allievi.

La serata si è aperta con lo Scherzo in do minore per violino e pianoforte WoO 2, contributo di un giovanissimo Brahms alla Sonata F.A.E., composta insieme a Schumann e Dietrich come regalo a sorpresa per l’amico violinista Joseph Joachim.

Il successivo Adagio e Allegro in la bemolle maggiore, op. 70 per violoncello e pianoforte (1849) di Schumann, è legato al forte interessamento del musicista nei confronti del corno e nacque inizialmente come pezzo per corno e pianoforte, prima di conoscere due versioni dove lo strumento a fiato era rimpiazzato rispettivamente dal violino e dal violoncello.

Dopo questi due pezzi brevi e poco noti, è stata la volta del Quintetto in mi bemolle maggiore per pianoforte e archi op. 44 di Robert Schumann, un’opera innovativa in quanto fino ad allora nessuno aveva mai osato abbinare il quartetto d’archi al pianoforte.

L’esperimento, grazie alle grandi capacità dell’autore tedesco, ebbe un’ottima riuscita, tanto da risultare fonte di ispirazione per Brahms e Dvořák, solo per fare alcuni nomi.

Dedicato alla moglie Clara, che fu entusiasta del brano, tanto da giudicarlo “magnifico, pieno di forza e di freschezza”, il brano risulta anche molto enigmatico, in particolare nel secondo movimento “In modo d’una marcia” (che inizialmente era stato indicato come “Marcia funebre”), che è stato anche utilizzato dal regista Ingmar Bergman per la colonna sonora del film “Fanny e Alexander”.

Seconda parte del concerto interamente rivolta a Schubert ed al suo Quintetto per archi in do maggiore op. post. 163 D. 956 (1828), vera pietra miliare della letteratura cameristica di tutti i tempi.

Il lavoro, che appartiene alla produzione conclusiva del compositore, dovette attendere il 1850 per la “prima”, tenutasi a Vienna, alla quale presero parte il Quartetto Hellmesberger ed il violoncellista Joseph Stransky, mentre solo nel 1853, sempre nella medesima città, il brano fu anche pubblicato.

Schubert, diversamente da Mozart, che nei suoi quintetti aveva raddoppiato il numero di viole, raddoppiò invece i violoncelli, ottenendo un colore molto particolare e la possibilità di un dialogo più intenso fra i violini ed i violoncelli, mediato dalla viola.

Veniamo quindi agli splendidi interpreti, con Pinchas Zukerman e la pianista Angela Cheng che si sono subito presentati, dando vita ad un’ottima interpretazione dello Scherzo brahmsiano.

La Cheng ha poi fornito un altro saggio della sua bravura nel breve brano di Schumann, eseguito insieme alla violoncellista Amanda Forsyth.

Già con questo prologo, il concerto si è incanalato verso vette altissime, raggiungendo in seguito l’apoteosi quando l’ensemble si è esibito al gran completo, con un quartetto formato dai già citati Pinchas Zukerman e Amanda Forsyth, da Jessica Linnebach al violino e Jethro Marks alla viola, ai quali si aggiungevano la Cheng nel brano di Schumann e il violoncellista ospite Sadao Harada, in quello di Schubert.

Ad un perfetto affiatamento, l’ensemble abbinava una musicalità straordinaria, che si rifletteva in sonorità di eccezionale nitidezza e raffinatezza, mettendo in evidenza le pieghe più nascoste di due partiture molto complesse, riuscendo nel contempo a catturare l’attenzione del numerosissimo pubblico.

Un discorso questo, valido specialmente per il brano di Schubert, giunto nella parte conclusiva, che ad onta della sua notevole lunghezza (poco meno di un’ora), è stato seguito con molta partecipazione.

In conclusione abbiamo assistito ad una serata che ha segnato il trionfo della musica da camera, merito degli Zukerman Chamber Players, un ensemble di assoluto valore mondiale.