Tannhauser di Wagner a Bologna

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Il Tannhauser di Wagner apre la stagione di Bologna

La prima al Comunale del “Tannhäuser” comincia con l’inno di Mameli e la lettura dell’articolo 9 della Costituzione (la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica). E termina tra gli applausi dopo quasi quattro ore di spettacolo. Senza la cena per gli ospiti per mancanza di fondi e senza sovrintendente. Fortemente criticato l’allestimento del regista svizzero Guy Montavon, che non è piaciuto al pubblico, applausi per Stefan Anton Reck, che ha interpretato il titolo wagneriano in modo distinto. Tutino, ancora in carica fino a questo “prima”, ha preferito non esserci.

Il capolavoro di Richard Wagner mancava a Bologna dal 1970, ma le opere del musicista tedesco nell’ultimo trentennio hanno sostato nella sala del Bibiena con una media triennale, compreso un pregevole “Ring”. Per questo appuntamento la scelta è andata su un allestimento dell’Opera di Erfurt di forte impatto visivo dove Montavon ha risolto la prima parte, quella del monte di Venere con l’ausilio di un filmato: i due amanti immersi in un immenso mare calmo. Un modo forse anche per contenere i costi per una scena altrimenti di più impegnativa realizzazione.
Nel secondo atto il castello della Wartburg dove si svolge la gara dei cantori per conquistare Elisabeth, viene trasformata in un sala della biblioteca di Weimar distrutta in un incendio nel 2004, con migliaia di preziosi volumi andati in fumo, anche se questo episodio forse è poco conosciuto in Italia.

“Un orrendo delitto fu compiuto” canta il Langravio ad un certo punto mentre alcune didascalie denunciano la grave perdita della biblioteca. Il terzo atto è molto intimista, a un certo punto torna il mare del primo, ma dopo la morte di Elisabeth, Tannhauser non muore ma si purifica attraverso una doccia a cui la regia lo sottopone. Uno spettacolo di un certo interesse, che ai più non è piaciuto. Ottima la compagnia di canto capeggiata da Ian Storey e da Miranda Keys, wagneriani di provata fede.

Molto applauditi anche il Wolfram di Martin Gantner e la Venere di Patrizia Orciani. Stefan Anton Reck, conosciuto dal pubblico del Comunale per alcuni concerti sinfonici, si è guadagnato l’onore della prima perché creditore verso il teatro di un’opera che due anni fa gli venne tagliata. Ha diretto in modo limpido per la maggior parte del tempo un’orchestra di buon livello musicale. A capo del coro ha debuttato il nuovo direttore Lorenzo Fratini. Si replica il 18, 20, 23, 25, 27 e 29 gennaio.